
Corpus Christi e il tabù della malattia mentale
È un ricamo del cuore e dell’anima Corpus Christi della galiziana Bea Lema (minimum fax, 2024). Un’autobiografia, o meglio una autofiction, che porta dentro sé tutto l’amore dell’autrice per sua madre.
È un viaggio, per mano e attraverso gli occhi di Véra, la narratrice della storia, all’interno di una casa che non è stata un nido, di una famiglia disfunzionale che non è stata di protezione, e nella profondità di un rapporto madre figlia per molti aspetti ribaltato.

La casa in cui Véra vive da bambina è infestata da un demonio che perseguita mamma Adela. Le martella i nervi fino a farla crollare e la costringe a letto per giorni. Tocca a lei occuparsene e preoccuparsene costantemente.
Anno dopo anno, tra esorcismi, sedute con la meiga, rituali popolari e appuntamenti dallo psichiatra, la superstizione svanisce lasciando posto alla diagnosi di malattia mentale per Adela. Véra intanto cresce, e con lei la consapevolezza e il carico di responsabilità che ne derivano. Presto diviene lei la genitrice, la madre di sua madre, colei che controlla l’andamento delle cose, che le terapie siano assunte con costanza, che tutto vada ogni giorno nel miglior modo possibile.

Padre e fratello non collaborano, non comprendendo la situazione. Mentalità diffusa vuole inoltre che il ruolo di cura sia più congeniale alle donne e dunque a loro imposto. Corpus Christi fotografa tante solitudini: una famiglia letteralmente travolta dalla malattia psichiatrica.
Realizzata durante una residenza presso la Maisons des Auteurs de Angoulême, questa prima graphic novel di Bea Lema si distingue per il suo stile grafico peculiare. Un insieme di disegni colorati, che ricordano le decorazioni della ceramica spagnola, e di illustrazioni realizzate con filo su tessuto, magnifici ricami ispirati alla tecnica delle arpilleras dell’America Latina. Una tecnica che consiste nella confezione di quadri con ritagli di tela composti come se si trattasse di un collage per creare una scena. Il risultato stupefacente e ingannevolmente ingenuo in quanto ricco di sottotesti.

Le pagine ad ago e filo, nero su bianco, riportano indietro alla storia personale di Adela e ai suoi vissuti traumatici infantili. Seconda di sette figli, era spesso maltrattata dal padre alcolista, un padre manesco e brutale, che buttava via tutti i guadagni al bar. Adela è vittima del suo passato terribile in una Spagna patriarcale, povera e cattolica. Le sue ferite e la complessa eredità genetica che porta con sé, sono all’origine del suo disturbo psichico.
Nonostante tanta violenza, abusi, dolore ed eccentricità, amor vincit omnia. L’amore incondizionato di una madre e di sua figlia, la loro codipendenza e la fiducia reciproca, sono più forti di ogni altra cosa. Sopravvivono alla prova del tempo e alle tempeste, portando al cambiamento.

Così come le arpilleras, con la loro narrazione del quotidiano femminile, sono nate in Cile nel pieno della dittatura per romperne il codice del silenzio, così Corpus Christi contribuisce in modo sincero e potente a dare voce e visibilità alla tematica del disturbo psichiatrico. Contro i tabù, lo stigma e la misconoscenza diffusi.
Mostra, come un faro, quanto di fronte a problemi di salute mentale, le terapie farmacologica e psicoterapica, le risorse personali, gli affetti e una rete di supporto che ti aiuta a rialzarti ogni volta che cadi, siano la migliore luce possibile per godersi la vita.

Vincitore, a ragione, di numerosi premi internazionali, sarà presto adattato dall’autrice stessa a cortometraggio animato. Corpus Christi è senz’altro il fumetto che più ho amato fra quelli pubblicati e letti lo scorso anno.

4 Comments
Rasero Barbara
Grazie Giulia, per l’analisi appassionata e professionale, che aiuta anche chi, come me, non pratica il mondo del fumetto, a riconoscere a questo genere espressivo una potenza comunicativa e una dignità artistica .
Giulia D'Angelo
Grazie a te, Barbara, per l’interesse e per le tue belle parole che mi spingono a continuare a condividere i miei pensieri sulle mie tanto amate letture a fumetti!
Francesca
È la prima volta che mi capita di leggere una recensione di un fumetto e devo dire che l’ho apprezzato veramente tanto, un’analisi coinvolgente e precisa, che ti mette davanti alla storia che si svolge come se stessi guardando un film. Bravissima
Carlo Bazan
Brava Giulia le tue recensioni sono sempre ben documentate e molto interessanti da leggere!