Il re di Bangkok: una storia di vita
Ultimamente grazie ad una graphic novel ho imparato una cosa nuova che difficilmente dimenticherò. La lettura mi ha fatto venire voglia di approfondire e così ho scoperto la storia di vita:
«tecnica di analisi delle discipline antropologiche. La raccolta di materiali autobiografici (non sollecitati dall’intervistatore) e biografici (frutto delle domande dell’antropologo) è finalizzata a ricostruire storie individuali che portino alla comprensione più generale della cultura».
Treccani, Enciclopedia on line
È una metodologia e al tempo stesso una testimonianza degli eventi di un recente passato di cui il narratore è stato protagonista o osservatore e di tutte le rappresentazioni, le strutture, i messaggi, i codici culturali che nel raccontare e ricordare egli porta con sé.
Sì, Il re di Bangkok (add editore, 2019) è propriamente questo: un’appassionante, coinvolgente, dura storia di vita.
Attraverso le memorie di Nok, che negli anni Ottanta migra in cerca di fortuna dalle campagne thailandesi alla tentacolare città di Bangkok, viene ricostruita la storia contemporanea della Thailandia con tutti i mutamenti sociali, culturali, politici ed economici.
Nok viene inghiottito, annullato, costretto lontano dalla famiglia di origine e dagli affetti proprio da quella metropoli che, invece di donare occasioni, parrebbe solo trasformare le persone in negativo. Nonostante tutto va sempre avanti, spinto dalla molla del riscatto sociale per sé e i suoi cari, oltre che dal desiderio di mutare il futuro del suo paese.
Cambia molti lavori (operaio in fabbrica, muratore, guidatore di mototaxi), condivide la sua quotidianità con altre persone di certo non più fortunate di lui e si impegna fortemente nelle lotte per i diritti. Ogni volta però la sua vita sembra letteralmente travolta dalla storia con la S maiuscola, quella dei cambiamenti epocali, dei re e dei governanti, che si intreccia senza scampo con quella della gente comune come lui.
A distanza di oltre trent’anni dal suo arrivo in città, «piovra che avvinghiava tutto e tutti, indifferente delle nostre esistenze», Nok si sente immerso in una realtà che non riconosce più e l’unico desiderio che gli rimane è quello di andar via per tornare a ciò che rende la vita degna di essere vissuta: origini e affetti. Un finale amaro e commovente per un romanzo grafico assolutamente consigliato.
Il re di Bangkok nasce da oltre 10 anni di indagine antropologica e da centinaia di interviste effettuate da Claudio Sopranzetti, uno degli autori, ricercatore di antropologia politica all’Università di Oxford, esperto di Thailandia. Nok non è che un personaggio di fantasia, unione però di tante persone effettivamente incontrate.
La grafica è così realistica da rendere alla perfezione fisionomie dei volti e architetture della città. D’altra parte Sara Fabbri, la fumettista, insieme a Sopranzetti e Chiara Natalucci, la terza autrice, traduttrice ed esperta di editoria, hanno impiegato l’intero 2015 in ricerche iconografiche e osservazioni sul campo.
Ne deriva un prodotto contenente tutti gli elementi necessari ad aprire la via della conoscenza di un paese di cui in genere si sa poco o nulla, collegato nell’immaginario comune ai meravigliosi resort sul mare e, al più, alle scadenti imitazioni culinarie che qualche catena di ristoranti ci offre.
Ora sta a voi. Vi è venuta voglia di leggerlo?