Mio caro fumetto... - Il pupazzo di neve, il bambino e i palloncini colorati
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Il pupazzo di neve, magia di Raymond Briggs

Il pupazzo di neve, The Snowman, è uno dei capolavori del grande Raymond Briggs, illustratore e fumettista britannico classe 1934, venuto mancare lo scorso 9 agosto 2022. Pubblicato per la prima volta nel 1978, nel tempo ha venduto diversi milioni di copie nel mondo, incantando intere generazioni di piccoli lettori. Dal 2019 è nelle librerie italiane grazie a Rizzoli.

Mio caro fumetto... - Copertina de Il pupazzo di neve di Raymond Briggs pubblicato da Rizzoli

È un silent book disegnato interamente con le matite colorate, con una prevalenza di bianco e grigio e sfumature rosso arancio. Leggerezza, pulizia e luminosità sono gli ingredienti pittorici di questa fiaba senza parole sull’amicizia che ha in sé tutto il fascino della sequenzialità, costruita attraverso tante piccole vignette, riempite con la maestria di un miniaturista. Sono finestrelle su un universo tanto immaginario quanto graficamente realistico, dettagliato e vivace. Fotogrammi che, in alternanza con le splash page, dettano il ritmo di fatti e sentimenti.

Come in tutte le opere di Raymond Briggs anche in questa c’è dell’autobiografia. L’ha infatti ambientata nella sua casa e nel suo giardino a Westmeston in Sussex, ai piedi delle South Downs. Alcuni particolari degli interni sono ricordi invece di quella della sua infanzia. Nella narrazione ha riversato le emozioni e le sensazioni provate durante una stagione eccezionalmente fredda per l’Inghilterra, stretta in una morsa di gelo.

«Ricordo quell’inverno in cui ci fu la più grande nevicata che io abbia mai visto. La neve era caduta per tutta la notte, costantemente, e al mattino svegliandomi, trovai la casa immersa in un silenzio ovattato. Sembrava di vivere nella quiete di un sogno. Era una visione magica e quel giorno modellai un pupazzo di neve».

Introduzione di Raymond Briggs al film The Snowman del 1982.

Anche in questo racconto compare il suo amato gatto nero, onnipresente in Ethel e Ernest, sulla vita di coppia del genitori, di cui ho già scritto qui. La sequenza del bambino che dorme, invece, ha come modello Tom, il figlio di Liz, la sua compagna per quarant’anni, dopo la morte prematura della moglie Jean.

Mio caro fumetto... - Sonno agitato e risvegli pensando al pupazzo di neve

Non c’è poesia più alta di quella che l’autore esprime in questa sua deliziosa, magica e un po’ malinconica storia. Il protagonista è un bambino con i capelli rossi. È figlio unico e vive con i suoi genitori in Gran Bretagna in una delle tipiche abitazioni con il tetto a spiovente a due piani. Una mattina si sveglia, si affaccia alla finestra e… Sorpresa! Nevica!

Che eccitazione! Si prepara, si veste e corre fuori nel giardino di casa. È impaziente di godersi quell’incantevole spettacolo evanescente, quella coltre fredda e candida che ha ricoperto tutto. Gioca, sperimenta, si guarda intorno e poi dalla sua fantasia fa nascere un pupazzo di neve, la sagoma bianca amata da tutti i bambini. Lo realizza con entusiasmo e dedizione. Dalla mamma si fa dare una sciarpa ed un cappello. Per il naso usa un mandarino preso in casa, in cucina. Poi mette del carbone per simulare gli occhi e dei grandi bottoni neri. Come ultima cosa disegna una bella bocca sorridente.

Mio caro fumetto... - L'eccitazione per la neve e la realizzazione del pupazzo

Che gioia il risultato, è proprio bello! La trepidazione è tale che, una volta rientrato a casa, il bambino non fa che affacciarsi per rimirare la sua creatura. Si fa ora di andare a dormire ma non è facile addormentarsi. Chissà che cosa succede al pupazzo di neve, come sta. Il piccolo protagonista si gira e si rigira nel letto, si alza guarda nuovamente fuori. Poi si rimette sotto le coperte e si abbandona al sonno. Verso mezzanotte si sveglia, scende di soppiatto al piano di sotto, dà un’occhiata oltre i vetri e il pupazzo di neve incredibilmente ed improvvisamente si anima.

Fra i due il primo incontro e una stretta di mano. Nasce immediatamente un’istintiva simpatia e vicendevolmente si accompagnano a conoscere il proprio mondo. Prima il bambino, attento a non svegliare i genitori, accoglie The Snowman in casa sua. È piena di cose nuove per il pupazzo, e anche di qualche pericolo, come il fuoco e il vapore acqueo. Tutto ciò che suggerisce calore non è molto ben visto. È per questo motivo che il pupazzo di neve non apprezza il quadro de I Girasoli di Vincent van Gogh.

Mio caro fumetto... - A casa del bambino ci sono tanti pericoli per il pupazzo di neve
Mio caro fumetto... - Il pupazzo di neve e I Girasoli di Vincent van Gogh

Successivamente i due novelli amici spiccano il volo insieme. Liberi e leggeri sovrastano le campagne, i paesaggi collinari imbiancati e giungono fino al Royal Pavilion di Brighton. È un edificio storico dalle bizzarre forme orientali che richiamano l’architettura indiana, Moghul, e gli conferiscono un’atmosfera da Le mille e una notte. Atterrano poi per dare un’occhiata all’immensità del mare e ad una rossa alba incipiente. È proprio ora di tornare indietro. La loro magnifica avventura e il loro viaggio durano un’unica nottata.

L’epilogo è inaspettato ma nello stesso tempo più realistico del re. La perdita è di certo uno dei temi ricorrenti delle opere dell’autore, oltre alla famiglia, l’amore e le classi sociali. Le cose più belle, si sa, purtroppo sono troppo spesso fugaci ma l’incantesimo che portano con sé è indimenticabile e dura una vita intera. L’inflessibile determinazione di Raymond Briggs a dipingere la verità, il concreto, è una delle sue qualità migliori. Come afferma Nicoletta Jones: «C’è bellezza e piacevolezza decorativa nella sua arte, ma mai un abbellimento della realtà: rifiuta la finzione di perbenismo o sentimentalismo».

Mio caro fumetto... - In volo fino al Royal Pavilion di Brighton e ritorno all'alba

«Non cerco lieto fine alle mie storie. Creo ciò che è naturale e inevitabile. Il pupazzo di neve si scioglie, i miei genitori sono morti, gli animali muoiono, i fiori pure. Ogni creatura del mondo condivide questa traiettoria. Non c’è niente di particolarmente cupo: è un dato di fatto».

Quel che è certo è che The Snowman non è un racconto natalizio, non nasce come tale. Lo è divenuto in seguito, nel 1982 quando è stato adattato a cortometraggio d’animazione, per la regia di Dianne Jackson. Nonostante all’autore non piacesse questa variante, la storia in questo caso è stata immersa nel periodo che precede le feste. I due protagonisti volando insieme giungono nel paese dei pupazzi di neve, luogo dove incontrano Babbo Natale in persona (famoso personaggio di un altro popolare libro di Raymond Briggs).

In apertura la voce e la figura di Raymond Briggs introducono alla narrazione, presentandola agli spettatori. Così come il libro, il film è muto. La colonna sonora è di Howard Blake. L’unico testo presente è quello della sua celeberrima canzone Walking in the Air, eseguita da Peter Auty, allora tredicenne cantore della St. Paul’s Cathedral di Londra. Il cartone animato, trasmesso da Channel 4, è poi assurto alla statura di classico, ad amatissima tradizione televisiva inglese durante i giorni del Natale.

Nel 1984 è stato modificato per il pubblico degli Stati Uniti. È così che il prologo della versione originale viene sostituito da quello recitato da David Bowie, con estremo disappunto di Raymond Briggs.

«Ho fatto un’introduzione al film The Snowman e gli americani volevano qualcuno più importante di me, giustamente. E in qualche modo hanno convinto David Bowie a farla. Ha sbagliato tutto, terribilmente. Senza speranza».

Nel 2012 su Channel 4, il trentennale del primo film di animazione viene celebrato alla Vigilia di Natale con un sequel: The Snowman and the Snowdog. Raymond Briggs che fino ad allora aveva resistito all’idea di una continuazione della sua storia, dà finalmente il suo assenso. Non viene in alcun modo coinvolto nella lavorazione di questo nuovo prodotto cinematografico.

Siamo nel 2022, il fumetto ha compiuto 44 anni, il film ormai sta per festeggiare il suo quarantesimo compleanno e The Snowman and the Snowdog il decimo. Non c’è che dire, Il pupazzo di neve è decisamente intramontabile! Non risente minimamente dei segni del tempo che passa. Conserva la sua fama, continua ad entrare con immutata forza nelle case di tanti e nell’immaginario di grandi e piccini, ottenendo il consueto meritato successo. Se ancora non lo conoscete, è ora di farlo vostro e di lasciarvi rapire ed estasiare.

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