Mio caro fumetto... - Il muro che divide Berlino Est da Berlino Ovest
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La città del muro: fuggire da Berlino Est

Il 9 novembre 1989 cadeva il muro di Berlino, segnando la fine di un’epoca. Poco prima della dissoluzione dell’Unione Sovietica, si trattava di un momento fondamentale nello smantellamento della cosiddetta cortina di ferro. Allo stesso tempo finalmente terminava la privazione di libertà sofferta dai tedeschi orientali per 28 lunghi anni, a partire cioè dal 13 agosto del 1961. Avevo dieci anni quando è successo, ed è stato uno dei primi fatti di portata storica di cui ho memoria, dopo il disastro della centrale nucleare di Černobyl’. La città del muro (Sinnos Editrice, 2022) di Roberta Balestrucci Fancellu e Luogo Comune, pseudonimo di Jacopo Ghisoni, descrive la Berlino del 1979, di un decennio prima rispetto a quel segnante evento.

Mio caro fumetto... - Copertina de La città del muro pubblicato da Sinnos Editrice

Era una città divisa. La zona Est faceva parte della Repubblica Democratica Tedesca, la DDR, ed era sotto il controllo sovietico. Quella Ovest, invece, della Repubblica Federale Tedesca ed era divisa in tre distretti amministrativi, sotto l’influenza americana, britannica e francese.

Nella parte orientale non era semplice vivere. Tutto era garantito dallo Stato, in primis il lavoro e un reddito, cosa tipica della dittatura socialista del proletariato. L’economia pianificata però rendeva la vita complicata e inoltre vigeva un repressivo controllo sulle idee e sugli spostamenti. Il muro non poteva essere varcato verso Ovest, se non con un lasciapassare, pressoché impossibile da ottenere. Quanti da Ovest venivano in visita ai loro cari ad Est erano perquisiti e controllati minuziosamente ai checkpoint.

Mio caro fumetto... - Uno dei posti di frontiera tra Berlino Est e Berlino Ovest

Il clima che si respira ne La città del muro è opprimente. I protagonisti, Hans Peter Strelzyk e sua moglie Doris, Gunter Wetzel e Petra, vivono con i rispettivi figli in un’angosciosa quotidianità, simile a quella raccontata dal film Le vite degli altri. Tutto e tutti hanno orecchi, anche le pareti, e la delazione è all’ordine del giorno. La Stasi, la polizia politica, capace di qualsiasi cosa, con i suoi agenti e le sue spie incombe su di loro e sui loro ideali ostili al regime. Maturano dunque la decisione di realizzare il loro sogno di libertà costruendo una mongolfiera che, alzandosi in volo, gli permetterà di valicare quella barriera di cemento armato e filo spinato che li costringe confinati.

Per la realizzazione del velivolo si ingegnano e investono ogni loro risparmio. Scelgono e comprano metri e metri di stoffa di taffettà da cucire per ottenere il pallone. Per permettergli di volare ideano un bruciatore ad hoc. Ogni fase dei preparativi viene portata avanti in gran segreto, in modo da non destare sospetti e non incappare nelle maglie del totalitarismo socialista. Non informano nemmeno i genitori perché, se qualcosa fosse andato storto, avrebbero rischiato la prigione, accusati di favoreggiamento, di complicità.

Mio caro fumetto... - Ne La città del muro sono continui controllo e delazioni

Inutile dire che chi scappa viene considerato traditore, criminale. Non c’è un ordine o una legge della DDR che prescrive di sparare a chi tenta di oltrepassare il muro. Ci sono premi ed elogi ai soldati di guardia alla frontiera che agiscono come cecchini. Modalità che ha pressoché equiparato il permesso all’impiego delle armi ad un vero e proprio dovere.

L’Ovest, l’obiettivo di molti, è spesso tanto vicino quanto impossibile da raggiungere. Nella convinzione che il pallone non possa reggere tutti, Gunter Wetzel in prima battuta si tira improvvisamente indietro. Gli Strelzyk al contrario tentano la sorte, e falliscono. Un imprevisto fa infatti perdere quota alla mongolfiera che si schianta rovinosamente in terra.

Mio caro fumetto... - La città del muro descrive una fuga da Berlino Est

I fuggiaschi riescono a mettersi in salvo ma, al ritrovamento dei rottami, la Stasi si mette immediatamente sulle loro tracce, alle loro calcagna. Bisogna far presto per non essere scoperti e riprovare nuovamente. I quattro amici riuniscono le forze e finalmente nella notte tra il 15 e il 16 settembre 1979 partono, questa volta tutti insieme. Le due giovani famiglie dopo un viaggio di circa 28 minuti precipitano. Il gas del bruciatore è terminato. Terrore. Disperazione. E invece, una manciata di metri fa la differenza. Finalmente si ritrovano in quell’Ovest vagheggiato e immaginato da anni.

Questa storia realmente accaduta supera la fantasia. È una vicenda ancora poco nota pur se raccontata già in film, come Fuga nella notte del 1982 e Balloon – Il vento della libertà del 2018 e libri. Coinvolge, emoziona, tiene in tensione, carica com’è di suspence e di colpi di scena.

Peculiare l’aspetto grafico de La città del muro, la cui natura è un ibrido tra fumetto e albo illustrato. Anche in questo caso il font utilizzato è leggimi/leggimigraphic, pensato da Sinnos Editrice per venire incontro a bambini che hanno difficoltà di lettura, BES e DSA, di cui ho avuto già modo di scrivere in relazione al libro Fuga in punta di piedi. Luogo Comune, disegnatore che predilige poche tinte piatte, sceglie qui una fine bicromia viola e arancio, che ben si presta a rendere godibili l’immaginario visivo ideato e le atmosfere della narrazione. Allo stesso intento concorre il suo attento studio delle reference che gli ha permesso di ricostruire e mettere coerentemente su carta ambientazione, architetture, modo di vestire della gente e mezzi di trasporto.

Mio caro fumetto... - Alexanderplatz
Mio caro fumetto... - Ricostruzione di un'ambientazione interna
Mio caro fumetto... - Un sidecar nella Berlino Est

In generale i suoi disegni risultano semplici, essenziali, estremamente sintetici, ma per questo facilmente intellegibili. Una caratteristica che contraddistingue la sua produzione artistica trasversalmente. La si osserva fra le pagine dei suoi libri e, più in grande, sui muri, negli spazi abbandonati o di vita comunitaria di diverse città italiane ed estere, che colora come urban artist.

Il linguaggio dell’illustrazione e quello del murales di Jacopo Ghisoni, Luogo Comune, si compenetrano e si ibridano sempre più. Lo scopo è quello di comunicare con immediatezza il suo messaggio. Bisogna lottare contro ogni stereotipo (divenuto suo nickname), impegnarsi a ragionare e discutere sulla condizione umana, sulle attuali dinamiche sociali e di inclusione.

Mio caro fumetto... - Il controllo da parte della Stasi

La città del muro è senz’altro un’opera piacevole con un intrinseco valore didattico. Un’utile proposta per i bambini della scuola primaria, a partire dai nove anni. Contribuisce alla memoria di fatti salienti della storia contemporanea. Introduce le nuove generazioni alla Guerra Fredda, di cui in questi mesi si continuano a osservare i tragici effetti, e aiuta a comprendere cosa significhi vivere ostaggio dei regimi.

«Un ottimo punto di partenza per raccontare il coraggio di uomini e donne che ogni giorno si mettono in cammino per superare tutti i muri che ancora attanagliano il nostro mondo, e che ancora oggi facciamo fatica a vedere».

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