Talea, storia di amicizia ed elaborazione del lutto
Venerdì 13 maggio scorso, poco prima di arrivare all’ARF! Festival, su uno dei profili social della manifestazione ho notato una foto dello stand di BlackBoard Autoproduzioni. Vi campeggiava il manifesto dedicato a Talea, l’ultimo fumetto di Assia Ieradi presentato in quell’occasione. Una folgorazione. Non mi sono potuta trattenere e, cercando informazioni in internet, ho scoperto che affronta l’argomento della scomparsa di una persona cara.
Essendo stata colpita da pochi mesi da un lutto devastante e improvviso, non credendo per altro alle semplici coincidenze, ho pensato potesse essere un messaggio. Così qualche ora dopo mi sono presentata al banco per acquistare il libro (ovviamente con la dedica dell’autrice!).
Talea è una storia di legami, di radici intrecciate tra loro, di un’amicizia di vecchissima data che dura oltre il tempo concesso ad uno dei due protagonisti. Luciano è un ex professore di letteratura inglese ora in pensione, ottantatreenne, pessimista, introverso, un po’ burbero, ma capace anche di gesti solidali e gentilezze. Enzo è più o meno coetaneo, ha lavorato una vita come giardiniere e continua a coltivare la passione per la cura delle piante. È empatico, mite e sensibile. Con il suo umorismo e il suo savoir-faire riesce a bilanciare e a mitigare il carattere di Luciano.
«La memoria è un elemento fondamentale per la vita degli anziani ed è attraverso un continuo scavo nei ricordi che si svolge tutta la prima parte della narrazione. Il tema principale è l’elaborazione del lutto, non raccontato in modo tragico, ma come un’accettazione graduale che segue il ritmo di un’onda, lenta, malinconica, che in qualche modo approda ad una riva».
@assia_hart
Largo spazio è dato alle simbologie. Quella ricorrente deriva dalla lettura che l’autrice ha fatto de L’Invenzione della solitudine di Paul Auster.
«Uno dei topoi principali del romanzo è l’attenzione agli oggetti e il loro legami con i vivi: la riflessione sul loro divenire materia inerte quando vengono superati dalla morte dei loro proprietari e dal tempo. Uno degli oggetti maggiormente analizzati da Auster nelle sue riflessioni sono le fotografie. In Talea le fotografie sono catalizzatori del passato».
@assia_hart
Le foto in effetti costituiscono il ricordo per chi rimane, quando la mente per proteggersi dal gran dolore evita di creare e riproporre immagini di una vita vissuta insieme. In questo caso toccano punti sensibili, nervi scoperti. Lacerano, sono fonte di emozioni indicibili. Ricordano lineamenti e fattezze, eventi, emozioni, progetti: vincoli indissolubili. Molti anni dopo la morte di chi vi è ritratto, certificano un reale che non si può toccare. Costituiscono una prova concreta dell’esistenza della persona, del suo passaggio nella storia e nel mondo, al quale ormai non appartiene più.
La talea del titolo invece è in qualche modo il simbolo della perpetuazione di una memoria viva, elaborata, e dunque più serena. Separata dalla pianta originaria, di cui porta in sé tutte le qualità, una volta messa a dimora diviene moltiplicatore di vita e creatrice di nuovi ricordi. È dunque il futuro che affonda profondamente le radici nel passato, nella memoria intesa come «lo spazio in cui le cose accadono per la seconda volta». Un nuovo inizio.
La libellula che compare nel corso del racconto in molte culture rappresenta la metamorfosi, l’equilibrio e la conoscenza dell’io più profondo. È l’emblema di una rinascita possibile solo al raggiungimento della consapevolezza, di una pienezza mentale e del sentire. Un processo lungo che comporta lasciar andare vecchie parti di sé, adattarsi e affrontare i cambiamenti che l’esistenza ci impone, anche quelli più duri da accettare.
La panchina infine, è il luogo dove fermarsi, intessere rapporti interpersonali, potersi raccontare, dove contemplare la propria interiorità e lo spazio circostante. È il simbolo della socialità ma anche della solitudine e della marginalità. E quando si affrontano gli argomenti tempo e relazioni non si può prescindere dalla filosofia e dalla poetica esplicitate da T. S. Elliott nel magnifico componimento Burnt Norton, Four Quartets. Merita davvero una lettura! Assia Ieradi lo conosce bene e lo fa citare da Luciano dapprima nel centro della narrazione e poi verso il finale.
Il disegni di Talea sono fortemente evocativi ed espressivi, caratterizzati da un pittoricismo morbido e da tratti fluidi. Hanno contorni grigi, sono riempiti di grigio e, come i ricordi difficili da sostenere, riaffiorano più o meno offuscati da un universo di sfumature del medesimo colore. La copertina è splendida, per soggetto e gamma delle tinte scelte: dal salmone al giallo, dal verde chiaro al petrolio. Sicuramente è efficace visto che, stampata in dimensione poster, ha captato immediatamente la mia attenzione addirittura mediata da una foto.
Talea (BlackBoard Autoproduzioni, 2022) è un fumetto per tentare di trovare pace, anche quando purtroppo è troppo presto persino immaginarla, come nel mio caso. «Ti devo lasciare andare, mi dispiace». Sono le stesse parole che in cuor mio ho pronunciato pochi giorni fa, pensando così di poter trovare sollievo, ricominciare a esistere e respirare dopo la mia perdita. Ma non è tentando di mettere distanza con la persona che non c’è più che riuscirò. Al contrario è importante che io la riporti in me, dopo lo strappo violento che ci ha divisi, ridefinendo una nostra intima e profonda relazione. Solo così potremo vivere serenamente insieme come tanto desideravamo, ieri, oggi e per l’eternità. Quando un giorno ci ritroveremo, sarà un abbraccio infinito.
2 Comments
Claudia Becucci
Mio padre si chiamava Luciano… sembra lui nel disegno… vorrei acquistarlo
Giulia D'Angelo
Ciao Claudia, grazie! Ti ho risposto in privato, via mail. Continua a seguire il mio blog! Un abbraccio…