Uno strano gondoliere: fortunati incontri a Venezia
Qualche giorno fa mi sono dedicata alla lettura di Uno Strano Gondoliere (Segni d’Autore, 2021) fiaba per bambini di Stefano Zingone. Pur non trattandosi di un fumetto, bensí di un albo, mi fa gran piacere sconfinare e accennarne qui sul mio blog. È illustrato magnificamente da Luca Vergerio, disegnatore che ho apprezzato già nel romanzo grafico Il Giglio Bianco di Stalingrado.
Natale si avvicina, la stanchezza si fa sentire. Si somma alla pesantezza, le preoccupazioni e le difficoltà che tutti stiamo vivendo dall’inizio del 2020, a causa della pandemia. Siamo nel pieno della cosiddetta quarta ondata di Covid. C’è chi ha già fatto la terza dose di vaccino (io ieri!), chi l’ha prenotata e attende la somministrazione e chi, ahimé, non la farà mai.
La situazione evolve velocemente. Regioni sull’orlo del cambiamento di colore, c’è sempre un po’ di timore per le restrizioni durante i giorni di festa. La speranza è una sola: poterli trascorrere il più possibile serenamente con la mia famiglia. Mia sorella vive all’estero ed è rientrata in Italia per l’occasione dopo sei mesi di assenza. Posso finalmente passare del tempo di qualità con lei. Non mancheranno occasioni anche con gli amici. Ho proprio voglia e bisogno di rilassarmi, di calore, di affetto, di spensieratezza, di quella gioia capace di far brillare gli occhi dei bambini.
Della mia impaziente attesa di Babbo Natale, della magia e dello stupore di quei giorni d’infanzia ho ricordi ancora vividi. Sono sostanzialmente comuni a quelli di tanti bimbetti, e di molti che lo erano e ora sono diventati grandi, da più o meno tempo, proprio come Stefano Zingone.
«… Andare in salotto a vedere se sotto l’albero fosse comparso qualche pacchetto che non c’era la sera prima. Ricordo che controllavo se, nel piattino che avevo lasciato con un mandarino e un biglietto di dedica, ci fosse solo la buccia, in segno di gradimento. E di com’ero contento quando mi accorgevo che erano arrivati i regali e che il frutto era stato gradito. Lui doveva essere passato e aveva ritenuto che fossi stato abbastanza buono, tanti da lasciarmi i doni; anzi “molto buono” perché c’erano tanti doni. Ma mi rimaneva sempre un piccolo rimpianto nel cuore: quello di non riuscire mai ad incontrare Babbo Natale».
Uno Strano Gondoliere, racconto dell’incontro fra uno scettico turista e uno strano e paffuto gondoliere, è ambientato tra le silenziose calli di Venezia in un’uggiosa giornata d’inverno. È un invito, qualsiasi età si abbia, a non perdere «il gusto di lasciarsi prendere per mano dai sogni e lasciarsi trasportare dove la vita non ha peso e all’orizzonte c’è speranza».
All’incanto del Natale si unisce la seducente atmosfera della città galleggiante, perfettamente restituita dagli acquerelli di Luca Vergerio. Mentre la fiaba scorre lieve come l’acqua della laguna, compaiono l’isola di San Giorgio Maggiore, il ponte di Rialto, Palazzo Ducale, il Ponte dei Sospiri e la Basilica di Santa Maria della Salute. Che dire poi del coprotagonista, il signore con i baffi, il look elegante e il bavero del cappotto alzato? Somiglia davvero molto a Stefano Zingone, conosciuto a Roma per gli storici negozi di abbigliamento di cui è proprietario. D’altra parte se ha scelto di narrare tutto in prima persona, non poteva che ritrovarsi disegnato nella sua stessa creazione!
Tutto l’aspetto strettamente grafico dell’albo è estremamente curato. Ogni pagina si apre con semplici iniziali decorate. Sono rosse, inscritte in un quadrato blu a puntini bianchi: un cielo innevato. Le parti di dialogo pronunciate dallo strano gondoliere sono interamente rubricate, con precise finalità distintive.
Presentato per la prima volta pubblicamente il primo dicembre scorso presso l’Aula Magna dell’Ateneo Veneto, il più antico istituto di cultura attivo oggi a Venezia, Uno Strano Gondoliere è in vendita in libreria, sul sito web dell’editore e negli store online.
28 pagine. Un antidoto concentrato contro la tristezza. Una medicina dagli ingredienti tradizionali, di cui si intuisce il modo di agire e l’obiettivo. Non per questo è meno efficace a Natale, una somma di usi, consuetudini e storie millenarie. Profuma di casa, di addobbi, di cibi delle feste, di agrumi, di cannella, di nonni, di abbracci, di poesia. Per regalarsi o regalare il mistero del Natale, il sogno, l’illusione e fantasticare su un domani pieno di novità, cui guardare con entusiasmo. Tanti auguri a tutti, di cuore!