Mio caro fumetto... - Gli interni metafisici e i biscotti di Giorgio De Chirico
Letture

De Chirico noir in Interno metafisico con biscotti

La vita e l’arte metafisica di Giorgio De Chirico (10 luglio 1888 – 20 novembre 1978) tornano ad essere raccontate a fumetti da Sebastiano Vilella. Il suo De Chirico, Interno metafisico con biscotti, pubblicato per la prima volta nel 2008 da Coconino Press, è riapparso in libreria a settembre del 2020 grazie alla lungimiranza di Oblomov Edizioni e alla collaborazione della Fondazione Giorgio e Isa De Chirico.

Mio caro fumetto... - Copertina di De Chirico, Interno metafisico con biscotti di Sebastiano Vilella

Non si tratta però di una semplice riedizione. Il nuovo fumetto infatti si presenta a colori anziché in bicromia e in forma ampliata, con inserti inediti e nuove tavole. Un lavoro più vicino all’idea originaria dell’autore che, alla sua attività di fumettista, unisce quella inscindibile e imprescindibile di pittore e insegnante di discipline artistiche e letterarie.

Come già imparato leggendo Friedrich, Sebastiano Vilella attraverso i suoi fumetti non si limita a raccontare biografie di artisti. Esprime infatti una narrazione più personale il cui focus è una suggestiva commistione di documentati fatti reali e di fiction. Il tutto in chiave noir, genere che lo appassiona.

Mio caro fumetto... - Il De Chirico noir di Sebastiano Vilella

L’impianto storico biografico di De Chirico, Interno metafisico con biscotti fonda sulla prima parte dell’autobiografia dechirichiana: Memorie della mia vita. L’arco cronologico di riferimento è quello a cavallo della prima guerra mondiale, tra il 1910 ed il 1918, quando principia l’epidemia di Spagnola. Giorgio De Chirico si sposta tra Firenze, Parigi e Ferrara. Artisticamente, nel rispondere alla diffusione delle avanguardie cubiste e futuriste, inaugura la propria stagione metafisica.

Sebastiano Vilella crea l’onirica trama del fumetto giocando anche con la produzione dechirichiana di quel periodo. È la più interessante, intrigante, criptica ed enigmatica. Portando in sé tutti gli elementi del racconto mistery, si presta particolarmente all’immaginazione, alla fantasia.

Mio caro fumetto... - Giorgio De Chirico a piazza Santa Croce a Firenze nel 1910

Il giovane De Chirico, dalla salute cagionevole e dal delicato equilibrio psicologico, vive con la madre a Firenze gli anni della formazione e dell’assidua ricerca di occasioni favorevoli per emergere.

«A Firenze la mia salute peggiorò; dipingevo qualche volta quadri di piccole dimensioni; il periodo böckliniano era passato ed avevo cominciato a dipingere soggetti ove cercavo di esprimere quel forte e misterioso sentimento che avevo scoperto nei libri di Nietzsche: la malinconia delle belle giornate d’autunno, di pomeriggio, nelle città italiane».

Enigma di un pomeriggio d’autunno, il quadro che segna il principio della pittura metafisica. Siamo proprio nel 1910. Il pittore vi raffigura la visione avuta in un pomeriggio autunnale mentre si trova al centro di piazza Santa Croce a Firenze.

Mio caro fumetto... - Enigma di un pomeriggio di autunno secondo Sebastiano Vilella

«Allora ebbi la strana impressione di guardare quelle cose per la prima volta, e la composizione del dipinto si rivelò all’occhio della mia mente. Ora, ogni volta che guardo questo quadro, rivedo quel momento. Nondimeno il momento è un enigma per me, in quanto esso è inesplicabile. Mi piace anche chiamare enigma l’opera da esso derivata».

«Et quid amabo nisi quod aenigma est?» e cioè «E cosa amerò se non ciò che è enigma?» è un motto di Friedrich Nietzsche legato al mito di Edipo e la Sfinge. L’artista lo riprende nel suo primo celebre autoritratto. In un altro lo muta in «Et quid amabo nisi quod rerum metaphisica est?». Così, in poche parole delinea la direzione intrinseca nella sua opera. La metafisica è ciò che va oltre l’apparenza fenomenica. È l’enigma che, ricercato e svelato, permette di giungere alla verità, al senso e allo scopo dell’esistenza.

A luglio 1911 Giorgio De Chirico si trasferisce a Parigi. Un lungo e faticoso viaggio di più giorni, che descrive così:

«Si liquidò la casa di Firenze e si prese il treno per Torino, io mi sentivo molto male era una torrida estate dell’anno 1911, era luglio, a Torino ci fermammo un paio di giorni per visitare l’esposizione che si era inaugurata allora. Si partì da Torino che stavo molto male ed avevo forti dolori intestinali, in treno mi sentii peggio e quando il treno arrivò a Digione pregai mia madre di fermarci per una notte. Verso il mattino i dolori scemarono ed io mi addormentai profondamente, quando mi svegliai tardi nel pomeriggio, mi sentivo meglio, allora si decise di proseguire il viaggio. C’era un treno che partiva per Parigi la sera e prendemmo quel treno. Si giunse a Parigi alla Gare de Lione in piena notte, era la notte del 14 luglio e Parigi era in festa».

Mio caro fumetto... - L'arrivo alla Gare de Lyon a Parigi il 14 luglio 1911

Nella capitale francese finalmente il ricongiungimento e l’abbraccio con l’amato fratello Andrea, alias Alberto Savinio. Grazie a Pablo Picasso, De Chirico ha modo di conoscere il poeta Guillaume Apollinaire, «le peintre des gares», e di frequentare la cerchia di intellettuali e artisti a lui legati. Nel frattempo sviluppa, approfondisce e precisa la propria iconografia e dà il via alla pittura a cicli.

«Gli spazi delle città italiane, le torri e le stazioni, le statue greche e i monumenti risorgimentali, i cannoni, la frutta e alcuni oggetti inquietanti, si ricombinano in atmosfere prima rarefatte e malinconiche, poi, con l’approssimarsi della guerra, sempre più cupe e angoscianti, con prospettive accelerate e luci “al magnesio”. Nei quadri del 1915 compare con frequenza il manichino, personaggio chiave per l’interpretazione del De Chirico».

voce DE CHIRICO, Giorgio di Valerio Rivosecchi in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 33 (1987)
Mio caro fumetto... - Giorgio De Chirico a Parigi

Cominciano a fioccare i primi successi, ma non mancano sconfitte e delusioni. Quando nel maggio dello stesso anno l’Italia entra in guerra a fianco della Triplice Intesa, Giorgio e Andrea sono costretti a presentarsi alle autorità militari di Firenze per arruolarsi. Vengono poi trasferiti a Ferrara. Qui alla fine di giugno 1915 De Chirico ottiene il ruolo di scritturale nel 27° Reggimento di fanteria e comincia a dipingere i suoi primi noti Interni metafisici.

Mio caro fumetto... - De Chirico assunto come scritturale a Ferrara

«L’aspetto di Ferrara, una delle più belle città d’Italia, mi aveva colpito; ma quello che mi colpì soprattutto e mi ispirò nel lato metafisico nel quale lavoravo allora, erano certi aspetti di interni ferraresi, certe vetrine, certe botteghe, certe abitazioni, certi quartieri, come l’antico ghetto ove si trovavano dei dolci e dei biscotti dalle forme oltremodo metafisiche e strane»

I biscotti che ammirava nelle vetrine di pasticcerie e forni, di cui era goloso, entrano nei suoi quadri. Rimanendo avulsi dalla composizione, portano con loro quei significati nascosti, al di là dell’oggetto in sé, che sono centrali nel pensiero e nell’elaborazione artistica dechirichiana.

Mio caro fumetto... - Descrizione di Ferrara in De Chirico, Interno metafisico con biscotti

Che sia a Firenze, a Parigi o a Ferrara, il pittore è comunque continuamente affetto da problemi intestinali, dolori cronici, debolezza e da numerosi altri sintomi oggi ricondotti con tutta probabilità all’aura emicranica. Accanto ai malesseri fisici, e in parte in ragione di questi, è affetto da disturbi psichiatrici, oggetti di diversi studi a posteriori. Tra aprile e agosto del 1917 è ricoverato insieme a Carlo Carrà nell’ospedale psichiatrico militare Villa del Seminario della città estense, per nevrosi da guerra.

Mio caro fumetto... - De Chirico all'ospedale psichiatrico militare Villa del Seminario di Ferrara

Dal suo quadro clinico e psicopatologico gli derivano anche incubi e angosciosi stati allucinatori. In De Chirico, Interno metafisico con biscotti le allucinazioni divengono strumentali alla fiction; visioni di omicidi parte integrante della storia. A minare la serenità del pittore, si aggiunge inoltre la presenza ossessiva di un ambiguo detective: Aristarco De Vittiis.

In effetti nel fumetto si verificano cruenti delitti. Quale il legame con l’universo onirico dell’artista? Sarà stato forse uno spettatore inconsapevole? L’investigatore, ex maresciallo dei carabinieri, ha un’incrollabile convinzione. De Chirico è coinvolto e colpevole. La prova è lì nei suoi quadri, pieni come credono in tanti di tutti i segni premonitori di quei crimini efferati e sanguinosi sui quali sta indagando.

Mio caro fumetto... - Guillaume Apollinaire e le premonizioni dechirichiane
Mio caro fumetto... - Il potere premonitore della pittura di De Chirico

In De Chirico, Interno metafisico con biscotti il lettore viene catapultato nell’epoca e nel contesto culturale, sociale e artistico del pittore, nel clima e nella moda liberty. Contemporaneamente affronta un viaggio nel suo mondo immaginario. Se l’atmosfera sospesa delle opere dechirichiane crea una tormentosa attesa di un futuro remoto e imponderabile, Sebastiano Vilella riesce a evocare altrettanta suspense attraverso la sceneggiatura, le ambientazioni e le singole inquadrature.

Ammaliano i quadri che divengono fumetto, che si animano e vivificano pur conservando tanto del silenzio, del senso di vuoto e di immobilità degli originali. Il fumettista e il pittore protagonista della storia sembra quasi che coincidano e arrivino a scambiarsi i ruoli.

Mio caro fumetto... - Mistero e malinconia di una strada di De Chirico prende vita

Le tavole, godibilissime nel grande formato della Oblomov, sono realizzate in una specie di grisaglia, una complessa tecnica mista di antica tradizione, piuttosto inusuale nel mondo del fumetto. Sebastiano Vilella utilizza inchiostri, matite e tempere su un supporto colorato neutro, verde. La scelta è un palese richiamo ai cieli, agli sfondi e agli oggetti spesso realizzati da De Chirico in una variante del medesimo colore.

Una tinta che il pittore nei suoi scritti definisce «verde veronese», all’estero prodotta e venduta  allora come «vert veronese», «verde di Schweinfurt» e «Emerald Green». Sebastiano Vilella ottiene emozionanti giochi di luce mediante un fitto tratteggio, eseguito con pennellate di bianco. E dove c’è luce si creano ombre, nette e scure, opprimenti e minacciose. Sagome immobili, proiezioni lunghe e perpendicolari (come lettere L) che tanta significativa parte hanno avuto nell’intera produzione dechirichiana.

Mio caro fumetto... - Fascino magnetico, enigma e concetti filosofici nei quadri di De Chirico

De Chirico, Interno metafisico con biscotti è un omaggio geniale e raffinato di Sebastiano Vilella all’artista e gigante della cultura moderna e contemporanea che più ama, sin dall’adolescenza. La dimostrazione che con il linguaggio del fumetto possa essere sapientemente raccontato anche l’impossibile: mondi dal fumetto estremamente distanti, e concetti filosofici fra i più complessi.

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