Mio caro fumetto... - Giovanni Nervo organizzatore della carità
Letture

Giovanni Nervo: il prete resistente padre della Caritas

Devo fare i miei più sentiti complimenti a Giacomo Taddeo Traini per il lavoro svolto su Giovanni Nervo, carità e giustizia (BeccoGiallo, 2020). Non è semplice condensare in 70 tavole una biografia, l’essenza di una persona, l’ambito storico, culturale e umano nel quale operava. Lui lo ha fatto efficacemente, con arte, sensibilità, preparazione, oserei dire con partecipata riconoscenza.

«Se Don Nervo fosse stato un altro tipo di uomo di Chiesa, un don Abbondio, non avrei mai accettato di realizzare questo fumetto. Ma approfondendo la sua figura ho scoperto che quest’uomo ha lasciato un’impronta profonda nella società civile, un’impronta che riguarda tutti. Che riguarda anche me».

Mio caro fumetto... - Copertina di Giovanni Nervo, carità e giustizia di Giacomo Taddeo Traini

Le prime due pagine sono ambientate su un treno. È il 1919. I genitori di Giovanni Nervo (13 dicembre 1918 – 21 marzo 2013) rientrano finalmente in Veneto dopo un lungo periodo da sfollati della Grande Guerra. È la conclusione di un brutto periodo che, di contro, ha donato loro l’incredibile gioia di un figlio destinato a fare grandi cose.

La scena immediatamente successiva si apre a bordo di un altro treno, a pochi giorni da un altro tragico momento della storia italiana. È il 12 settembre 1943 e l’armistizio ha dato il via alla Resistenza contro i nazifascisti e alle deportazioni nei lager tedeschi. Il giovane sacerdote Giovanni Nervo ha celebrato messa più volte sulle montagne. È venuto così a contatto con i partigiani e, a rischio della sua stessa vita, fa la staffetta portando viveri, informazioni, ordini.

Mio caro fumetto... - Giovanni Nervo sacerdote resistente

Nel 1945 prosegue nel suo impegno a difesa degli ideali di democrazia. Contro la volontà delle gerarchie ecclesiastiche, trasforma il Collegio Barbarigo afferente alla Diocesi di Padova, di cui è vicerettore, in luogo di accoglienza per profughi. Qui si impegna anche a stampare clandestinamente documenti falsi destinati a chiunque necessiti di protezione.

Mio caro fumetto... - L'accoglienza dei profughi presso il Collegio Barbarigo di Padova

Negli anni della ricostruzione, l’apostolato di Mons. Giovanni Nervo è nelle Acli e come cappellano di fabbrica con l’Opera nazionale di assistenza religiosa e morale degli operai. Nel 1951 crea la Scuola superiore di servizio sociale di Padova e dal 1964 partecipa alla gestione della Fondazione «Emanuela Zancan». È sempre dalla parte dei bisognosi. Il 2 luglio del 1971 su incarico della Conferenza episcopale italiana dà vita alla Caritas, ancora attiva a distanza di più di sessant’anni. Inizialmente ne è presidente e poi vicepresidente fino al 1986.

Mio caro fumetto... - Giovanni Nervo e Emanuela Zancan e la Scuola superiore di servizio sociale di Padova
Mio caro fumetto... - La nascita della Caritas

A seguito del terribile terremoto del 1976 sostiene l’intervento di ricostruzione in Friuli. Visita le tendopoli e prende coscienza delle necessità delle persone che vi erano ospitate, disperate per aver perso tutto: casa, parenti e la propria comunità. Serviva chi desse loro coraggio e luoghi di aggregazione. In accordo con i sindaci dei diversi paesi colpiti, Giovanni Nervo coinvolge in un meraviglioso progetto circa 80 Caritas diocesane. Ciascuna si adopera per inviare in altrettanti piccoli centri diruti un buon numero di volontari. Il fine era la condivisione: dovevano infondere forza ai terremotati condividendo tutto, piccoli momenti di normalità, dolori e difficoltà.

Giovanni Nervo inoltre concepisce l’idea dei cosiddetti “centri di comunità” e dà inizio alla loro costruzione. Sono sale polivalenti capaci, nel lungo periodo della ricostruzione, di restituire alla collettività la compattezza sociale in tutte le sue espressioni. Accoglievano ad esempio la messa domenicale, l’assemblea dei cittadini, il doposcuola per i bambini. Servivano anche per le riunioni dei consigli comunali.

Mio caro fumetto... - L'impegno nell'emergenza terremoto in Friuli e in Irpinia

Nel 1980 invece, grazie all’instancabile opera di convincimento di don Nervo, il governo italiano accoglie tremila famiglie di profughi del Sud-Est asiatico, provenienti da Vietnam, Laos e Cambogia. Selezionate dai campi di Malesia e Thailandia, erano vittime dei conflitti, della povertà e dell’oppressione del regime comunista. Le sedi diocesane della Caritas provvedono a trovare a ciascun nucleo familiare, una casa, un lavoro, interpreti e mediazione culturale e a seminare per la loro completa integrazione. Il successivo flusso migratorio verso l’Italia è quello dei migranti nigeriani, e don Giovanni Nervo si dà da fare sempre in prima linea. Con la stessa tenacia lavora anche per la popolazione dell’Irpinia, martoriata dal distruttivo terremoto del 23 novembre.

Era un sacerdote immerso nella vita vissuta, pratico, attivo, impegnato nella vita sociale e nella politica, difensore della Costituzione, e allo stesso tempo un uomo di fede estremamente spirituale. Sempre vicino a tutti, era stimato in particolare dai giovani per la sua capacità di ascoltare, di insegnare, di porsi come una guida. Si sintonizzava con il loro temperamento dinamico e le loro attese di innovazione e riforma. Rispondeva alla loro esigenza di scorgere negli adulti coerenza, trasparenza, pulizia interiore.

Mio caro fumetto... - Foto di P. Giovanni Nervo

«I ragazzi mi hanno insegnato a non dare mai nulla per scontato, a rendermi conto personalmente di quello che insegnavo e a rendere conto a loro di tutto quello che dicevo».

Per i giovani intraprende la lotta contro la leva obbligatoria, per l’obiezione di coscienza e il servizio civile. Conquiste che oggi sembrano scontate e che dobbiamo a menti come quella di don Giovanni Nervo e di don Lorenzo Milani.

Mio caro fumetto... - Giovanni Nervo e l'obiezione di coscienza

Giovanni Nervo, carità e giustizia funziona perfettamente anche dal punto di vista grafico. I disegni di Giacomo Taddeo Traini, in bianco, nero e giallo (forse perché bianco e giallo sono i colori della bandiera papale dal 1824) trasmettono la vitalità e lo spirito innovatore di don Giovanni Nervo con il dono della sintesi, con immediatezza e incredibile potenza.

Il protagonista forse si sarebbe stupito di ritrovarsi declinato a fumetti, ma avrebbe di certo visto in questo volume una gemma come quelle che tanto amava: “una gemma terminale”. Pur non essendo la prima biografia di un uomo di Chiesa in questo linguaggio, con coraggio e attenzione si unisce alle precedenti, pronta ad abbattere confini. Con decisione infatti, consegna fuori dal suo mondo di riferimento un’eredità ricca e destinata a perdurare nel tempo. La rende disponibile là dove è poco nota, ad un vasto uditorio di tutte le età, spesso maldisposto, poco incline ad interiorizzarla o avvezzo a criticare a priori. Speriamo che possa rappresentare un arricchimento per tanti, un propulsore di cambiamento anche di mentalità, un invito all’apertura e al ragionamento costruttivo anche nel disaccordo.

Mio caro fumetto... - Le gemme terminali di Giovanni Nervo
Mio caro fumetto... - Carità e volontariato secondo Giovanni Nervo

Non si può dunque non ringraziare ancora l’autore per essersi cimentato, BeccoGiallo per la pubblicazione, la Fondazione «Emanuela Zancan» per aver fornito materiali di reference, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo per il contributo, e il CSV – Centro Servizio Volontario di Padova e Rovigo per la collaborazione.

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